mercoledì 30 settembre 2009

Dan Brown l'uomo che più sbaglia più vende


Ci risiamo, fatto il nuovo romanzone, trovato l'inghippo.
Dan Brown sembra avere il vizietto di far passare per veri i frutti della sua fantasia e del suo scopiazzare a destra e sinistra. Anche questa volta come era accaduto per "Il Codice da Vinci", anche se in una forma più sintetica, ha scritto nell'introduzione del nuovo thriller "Simbolo perduto": «Tutti i rituali, i fatti scientifici, le opere d’arte e i monumenti descritti in questo romanzo sono veri».
Ed è così che il Daily Telegraph si è preso la briga di controllare. Il risultato? Bhè a dir poco esilarante. Se masticate un pochino di inglese potete farvi due risate leggendo i 50 grossolani errori individuati dal quotidiano inglese che spaziano dalla geografia, alla storia, passando per la scienza, la mitologia, la religione e la grammatica...
http://www.telegraph.co.uk/culture/books/booknews/6232148/The-Lost-Symbol-and-The-Da-Vinci-Code-author-Dan-Brown-50-factual-errors.html

Se poi volete leggere un articolo simpatico sull'argomento, vi consiglio quello di Matteo Sacchi comparso sulle pagine de "Il Giornale". Buona lettura!

di Matteo Sacchi
Tratto da Il Giornale del 29 settembre 2009

Dan Brown è uno di quegli scrittori che ci tiene proprio tanto a far sapere quanto è puntiglioso nelle ricerche che compie per scrivere i suoi romanzoni pieni di mistero. Nell’introduzione inglese del Simbolo perduto, il suo nuovo thriller, scrive: «Tutti i rituali, i fatti scientifici, le opere d’arte e i monumenti descritti in questo romanzo sono veri». Breve precisazione che, con qualche parolina in più, aveva anteposto anche al suo precedente romanzo, Il codice da Vinci. E con degli incipit così può anche capitare che qualche decina di milioni di creduloni finisca per prendere per «quasi vere» le cose che Brown racconta.

Nonostante queste belle dichiarazioni i suoi testi sono stati, a più riprese, accusati di contenere errori e sfondoni della più varia natura, sebbene nessuno si fosse mai preso la briga di contarli tutti. Ora però ci si è messo con puntiglio e spirito cultural-goliardico il quotidiano inglese Daily Telegraph.

Il risultato è impressionante, roba da far mettere le mani nei capelli a qualunque insegnate delle medie. Che si tratti di Angeli e Demoni, il Codice Da Vinci, o il Simbolo Perduto, a essere in pericolo sono la geografia, la storia, persino la grammatica. Il Telegraph ha evidenziato, dividendoli per categorie, un totale di più di cinquanta errori (ma forse la definizione più precisa sarebbe orrori). Tanto per fare qualche esempio limitandosi alla sezione storia: per Brown (Angeli e Demoni) Galileo Galilei era membro della società degli Illuminati. Peccato che questa società sia stata fondata in Baviera nel 1776 (essendo morto nel 1642, il grande scienziato si sarà iscritto in forma ectoplasmica). Ma è roba da niente rispetto a quando racconta degli innumerevoli musulmani decapitati durante le crociate dalle guardie svizzere. Le guardie svizzere sono state fondate nel 1506 l’ultima crociata è del 1270 (proprio ad essere buoni e contando la così detta crociata alessandrina si può arrivare al 1365).

Non è, poi, che tutte le «distrazioni» riguardino questioni che necessitano di disporre almeno di un enciclopedia o di un sussidiario. Dan Brown riesce a essere sciatto anche quando deve limitarsi a citare due parole in Italiano. Nella versione inglese di Angeli e Demoni un agente della polizia ordina a un sottoposto di accertarsi che non ci siano microspie in una determinata chiesa. E lo fa così: «spazzare di cappella». Non avete capito? Oppure avete pensato a un’inquietante doppio o triplo senso? Semplicemente Brown si è limitato ad una traduzione letterale dell’inglese «sweep» non sapendo che, in italiano, si usa il verbo bonificare e che, in italiano, la parola cappella è meglio tenerla lontano dal verbo scopare o spazzare. E dopo questa bella prova linguistica il fatto che Brown sia convinto che il Rio della Plata sia in Europa o che creda che nella mitologia egizia Iside sia la moglie di Ammone, in fondo, sembra robetta. Ma Daily Telegraph o non Daily Telegraph si può scommettere che, come sta già succedendo, che un numero sterminato di lettori continueranno a ingozzarsi dei teo-thriller di Brown. Meglio un brutto intrigo di un bel sussidiario.

Si Deus est unde malum?



Qualche tempo fa avevamo pubblicato l'aneddoto attribuito al piccolo Albert Einstein che risponde ad una delle più note questioni della teodicea sul problema del male.
Oggi vi propongo un video da YouTube che ritraspone il tutto. Buona visione!



Ru486: il pesticida umano sarà presto disponibile.



Ebbene si, c'era da aspettarselo. La pillola abortiva sarà presto in uso negli ospedali italiani.
L'Agenzia italiana del farmaco ha da poco dato il via definitivo alla diffusione del noto "pesticida umano". L'ennesima sconfitta della civiltà? Benché Livia Turco abbia esultato, il Ministero del Walfare ha tenuto a precisare che con l'odierna autorizzazione informale non si è ancora dato il via alla commercializzazione del farmaco.
Prima infatti occorrono due cose: la delibera formale dell'Aifa, che è stata convocata il 19 ottobre sul tema; e una spiegazione dettagliata delle "modalità d'impiego affinché sia compiutamente rispettata la legislazione vigente in materia di interruzione volontaria di gravidanza". Attendiamo fiduciosi, nella speranza che il diabolico progetto venga vanificato.

"La decisione dell’agenzia del farmaco di commercializzare e distribuire la Ru486 in tutte le strutture sanitarie del Paese è un evento di importanza assolutamente epocale. Del resto avevamo già notato, ai tempi dell’infelicissima esperienza di Eluana Englaro, che l’imbattersi della nostra società contro l’urto della mentalità laicista e anticristiana sta obiettivamente demolendo i punti sostanziali, sul piano antropologico ed etico, che hanno retto per più di due millenni la nostra tradizione italiana".
(Mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino, 4/8/2009)

martedì 29 settembre 2009

Cina: preparativi per i 60 anni della RPC.


La Cina si prepara a festeggiare i 60 anni della Repubblica Popolare Cinese e ad omaggiare il suo fondatore Mao Tse Tung. La sua immagine in Cina è un'icona, si trova ovunque...
Ma chi era l'ateo-comunista Mao?
Un dittatore che uccise più di 70 milioni di persone in tempi di pace!
Complimenti alla Cina che ancora oggi per salvare la supremazia del Partito continua a far morire il popolo, proprio quel “popolo” a cui appartiene la “Repubblica popolare cinese” fondata 60 anni fa. Quando rinsavirà questo popolo? Quando cancellerà l'icona del suo passato di sangue?



Perché il fuorigioco è la prova dell’esistenza di Dio


Un interessante articolo apparso su "Il Foglio", dei simpatici e preparatissimi Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, spiega con esempi calcistici la prima prova dell'esistenza di Dio di San Tommaso d'Aquino, insieme ad altre questioni...
Utile per tutti voi educatori!

di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro
Tratto da Il Foglio del 28 settembre 2009

Sunteggiata senza tradimenti, la prima delle cinque prove dell’esistenza di Dio che san Tommaso d’Aquino pone al principio della Summa dice così: “Tutto ciò che si muove è mosso da un altro (…). Se dunque l’essere che muove è anch’esso soggetto a movimento, bisogna che sia mosso da un altro, e questo da un terzo e così via. Ora, non si può in tal modo procedere all’infinito. (…) Dunque è necessario arrivare a un primo motore che non sia mosso da altri; e tutti riconoscono che esso è Dio”.

Qualcuno provi a citarla in un’aula universitaria o in quella di un seminario, dove la fiera eleganza del sillogismo interessa meno del sudoku, e verrà esiliato in bidelleria. Ragion per cui il tomista del terzo millennio, che è uomo ragionevole e di sani principi morali, saluta e va allo stadio, dove Rahner e i suoi nipotini non arriveranno mai. Paga il biglietto, si piazza al terzo anello e contempla la vena metafisica e deduttiva delle azioni da manuale del calcio. Si incanta al cospetto del mediano che si avvia verso la metà campo e innesca il rinvio del portiere, poi del trequartista che con la sua corsa detta il passaggio del mediano, dell’ala che chiama quello del trequartista, del centravanti suggerisce quello dell’ala. Si incanta e fa benissimo visto che qui, con tutto il rispetto dovuto, entra in campo san Tommaso. Perché i casi sono due. O l’ala ha avuto l’accortezza di arrivare sul fondo e crossare, e allora ci sta anche il gol. Altrimenti, se il centravanti si è mosso in anticipo e si trova da solo davanti al portiere avversario prima che sia partito il passaggio del compagno, l’arbitro fischia il fuorigioco.

Il gol, ma soprattutto il fuorigioco, sono la perfetta applicazione calcistica del ragionamento del Dottore Angelico: “Non si può in tal modo procedere all’infinito. (…) Dunque è necessario arrivare a un primo motore che non sia mosso da altri”. Come in filosofia e in teologia, anche nel calcio l’azione non può continuare senza termine, altrimenti la partita sarebbe un’infinita e inconcludente serie di passaggi. Laddove non intervenga il gol, serve un limite oltre il quale si palesi la finitezza dell’ordinario rapporto tra causa ed effetto, tra scatto e passaggio.

Serve colui che fischia il fuorigioco, splendida metafora contemporanea del tomistico “primo motore che non sia mosso da altri”. Per dare un senso anche alla più amichevole delle partite serve qualcuno che ne stia fuori, un arbitro che fischi quando il limite viene valicato. L’unica differenza tra un’azione che finisce in fuorigioco e l’argomentazione della “prima via” di San Tommaso sta nel fatto che l’arbitro evocato dal Dottore Angelico si scrive con la “A” maiuscola e non ha bisogno della moviola perché non sbaglia mai. Lo sa anche un bambino. Però i bambini, in questo genere di argomenti, sono avvantaggiati. Mettetene uno su un campo, dategli un pallone e lo vedrete riempirsi di gioia. Ma è ancora niente. Se sul campo tracciate delle linee bianche e piantate i pali delle porte, allora lo vedrete veramente felice. Perché nel primo caso gli avrete fatto intuire il fremito della libertà, nel secondo lo avrete fatto sentire parte del grande gioco della creazione, un regalo molto più inebriante.

Basta essere stati almeno una volta su un campetto dell’oratorio con la maglietta della Gagliarda indosso, il pallone di cuoio fra i piedi e le linee bianche tracciate per terra con la calce. Improvvisamente, si entra in un mondo in cui tutto è meraviglioso perché tutto ha un senso, lo stesso senso per tutti: per chi gioca e per chi guarda. Si comprende che cosa significhi nascere, essere tratti dal nulla, pensati da sempre da un Essere indicibilmente buono e potente. Se lo portassero su quel rettangolo verde delimitato dalle righe bianche, anche il più svaccato studente di liceo capirebbe quel passo della Summa in cui Tommaso spiega che il mondo è sapientemente e magnanimamente governato da Dio: “la perfezione ultima di ogni essere consiste nel conseguimento del fine. Perciò, come fu la divina bontà a dare l’esistenza alle cose, così a essa pure spetta il condurle al loro fine. E questo è governare”.

Dopo una partita di calcio, anche il liceale svaccato manderebbe a memoria queste righe e le terrebbe come preghiera quotidiana, perché dentro c’è tutto l’entusiasmo del Bue Muto per il fatto di essere al mondo, qualcosa che somiglia da vicino a quello che Stevenson chiamava il grande teorema della vivibilità della vita. Il rinascimentale “Essere o non essere” non è questione che appassioni il medievale Tommaso poiché, fin dalla prima parola, il problema contiene la soluzione: essere. “Nessuno”, scrive Chesterton nel suo luminoso Tommaso d’Aquino, “inizierà a capire la filosofia tomistica, o in verità la filosofia cattolica, se non si renderà conto che il suo aspetto primario ed essenziale è soprattutto la lode della vita, la lode dell’Essere, la lode di Dio come creatore del mondo”. Parole che paiono scritte a bordo campo, dove anche l’ultima delle riserve comprende che chi ha inventato il calcio e le sue regole poteva essere solo un uomo buono e intelligente. E che, per partecipare della sua bontà e della sua intelligenza, non c’è altro da fare che rispettarne le regole, vale a dire gettarsi nella bizzarra avventura del football, così come, per partecipare della bontà e dell’intelligenza del Creatore, dice San Tommaso, non c’è che da rispettare le regole dell’essere, vale a dire gettarsi nella bizzarra avventura della vita.

È chiaro che, nella vita come nel calcio, le regole hanno senso solo a fronte della libertà. “L’uomo” si legge nella Summa “agisce giudicando, non per istinto, ma per confronto di ragioni, considerando il pro e il contro, e con giudizio libero; nelle cose particolari, come per l’intelletto c’è il liberamente opinabile, così per la volontà c’è il liberamente operabile. L’uomo quindi ha il libero arbitrio”. Però bisogna fare attenzione. A lume di libero arbitrio, Mariolino Corso poteva starsene tranquillamente all’ombra delle tribune fino al quarantesimo del secondo tempo, ma poi, con un lancio di cinquanta metri, ti pescava Boninsegna e lo mandava in rete. Corso sapeva benissimo che in campo si può contare su una gran varietà di schemi, ma sapeva anche che poi bisogna segnare: il dovere del gol, fine ultimo del gioco del calcio, come la ricerca della salvezza eterna nella vita, non pertiene al “liberamente opinabile” e al “liberamente operabile”.

Su questo versante, decisivo per il destino eterno delle sue creature, il Buon Dio applica volentieri la marcatura a zona miscelando sapientemente il libero arbitrio degli uomini con la sua Provvidenza. Solo un perfetto agnostico e un sonoro asino in materia calcistica potrebbero vedere un conflitto tra libertà e Provvidenza divina. Leggano San Tommaso: non esiste contrasto poiché la Provvidenza è al di sopra d’ogni giudizio e di ogni libertà umana, e nel Suo agire già ne tiene conto. “Un effetto” spiega il Dottore Angelico “si dirà casuale e fortuito relativamente a una causa particolare, in quanto si sottrae al suo ordinamento, ma rispetto alla causa universale, dal cui ordinamento non può sottrarsi, bisogna dire che è previsto. Come ad esempio l’incontro di due servi, sebbene sia per essi casuale, è tuttavia previsto dal loro padrone, il quale intenzionalmente li ha mandati in un medesimo posto l’uno all’insaputa dell’altro”. In termini calcistici, bisogna immaginare di essere José Mourinho che contempla soddisfatto il cross pennellato da Maicon in mezzo all’area. E’ chiaro che, nella mente di Mou, si deve alzare Milito a colpire di testa e insaccare. Ebbene, il fatto che vada proprio così ha limitato il libero arbitrio del Principe Milito? No, la mente di Mou aveva semplicemente tenuto conto di tutto: dello schema che aveva predisposto e della libertà del Principe. Gol.

L’autogol, invece, è tutt’altro. In se stesso è un colpo riuscito, ma dalla parte sbagliata: in due parole, è male. Una questione di alta teologia che il Bue Muto nella Summa definisce come “mancanza di bene, mancanza di entità, ma non corruzione totale dello stesso soggetto in cui si trova il male, perché allora neppure il male potrebbe esistere”. La prova sta nel fatto che a suo tempo Comunardo Niccolai, il profeta dell’autogol, non risultò annichilito alla prima incornata infilata nella propria porta, ma continuò sino a fine carriera a uccellare bellamente il portiere del suo Cagliari e persino quello della Nazionale. E da ciò si deduce che “il male assoluto, il principio del male non esiste. Esiste invece il Sommo Bene, Il Bene per essenza: Dio”.

Il che è la gran bella conclusione che si trae al termine dei novanta minuti di un gioco creato apposta per l’uomo: non per gli angeli, non per i bruti, ma per questo impasto di anima e corpo cantato da san Tommaso. Per questa straordinaria creatura che, quando smette di essere riottosa, si sente felice di essere in completa balia del Creatore. Perché non c’è nulla da fare, aveva ragione il vecchio Vujadin Boskov e c’è poco da discutere: “Rigore è quando arbitro fischia”.

lunedì 28 settembre 2009

Italia sul Due. Lo speciale su Medjugorje





Eccovi la puntata del programma televisivo "Italia sul Due", talk pomeridiano di Rai 2, dedicato interamente a Medjugorje. In Studio anche Chiara Amirante, fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti. Tra gli intervistati il carissimo Paolo Brosio.



RU486: la Geenna della vita


Anche se si tratta del Vangelo della scorsa domenica, un ulteriore approfondimento non può che agevolarne l'attualizzazione.

XXVI Domenica del Tempo Ordinario, 27 settembre 2009
di padre Angelo del Favero*

ROMA, domenica, 27 settembre 2009 (ZENIT.org).- “Giovanni gli disse: 'Maestro, abbiamo visto uno scacciare demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva'. Ma Gesù disse: 'Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geenna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue'” (Mc 9, 38-43.45.47-48).
E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per la sciagure che cadranno su di voi! (…) Sulla terra avete vissuto in mezzo a piaceri e delizie, e vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato ed ucciso il giusto ed egli non vi ha opposto resistenza” (Gc 5,1.5-6).
Geenna è il nome dell’antica valle di Hinnon, a sud ovest di Gerusalemme, usato in un secondo tempo per indicare il luogo definitivo del giudizio e della pena. In questa valle si teneva il culto pagano del dio assiro Molok, consistente nel sacrificio dei bambini, diffuso anche in Israele (cfr, 2Re, 16,3; e il re Acaz). Per quest’abominio Dio punirà il suo popolo e la valle di Hinnon si chiamerà valle della strage (Ger 7,31-34: “Hanno costruito le alture di Tofet – il luogo dei sacrifici – nella valle di Ben-Innom, per bruciare nel fuoco i loro figli e le loro figlie..Perciò, ecco, verranno giorni nei quali non si chiamerà più Tofet né valle di Ben-Innom, ma valle della Strage.”).
Il concetto di Geenna si andrà distinguendo da quello della valle di Hinnon, divenendo nel N.T. sinonimo di pena ultima e definitiva conseguente al giudizio divino (Gesù ai farisei: “Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Geenna?” – Mt 23,33).
Gesù oggi nomina tre volte la Geenna per indicare quella separazione da Dio che il catechismo chiama “inferno”, consistente nel “fuoco” di un’eterna agonia: l’intollerabile privazione dell’Amore del Padre, Grembo eterno di ognuno di noi, Vita della vita dell’uomo.
L’inferno è l’esistenza sprofondata nel baratro eterno del “non-Amore”, essendo ormai tardi per afferrare la mano della Misericordia, protesa in vita fino all’ultimo istante, ma sempre rifiutata.
Il simbolo iconografico del fuoco da’ l’idea di un dolore urente, come il tormento di un’ustione sulla pelle, continuamente in atto. L’inferno è l’eterna “ustione” dell’essere, dolorosissima tortura dell’anima e del corpo risorto, che non sarà provocata da fiamme di fuoco fisico.
L’inferno si spiega con l’Amore. Infatti, poiché è l’Amore la vita dell’anima, il suo cibo essenziale e la sua beatitudine (essendo stata creata dall’Amore, per l’Amore e in vista dell’Amore sin dal primo istante dell’umano concepimento), ne segue che il tormento più profondo e intollerabile che ci sia per la persona umana è la separazione eterna, totale, irreversibile e cosciente dall’Amore. Questo è l’inferno, questo è il fuoco della Geenna di cui parla Gesù.
Potrei dire la stessa cosa affermando che l’inferno è vivere per sempre separati dalla Vita, è la vita senza Vita, la vita vissuta nella morte e la morte vissuta nella vita, la vita come morte perennemente in atto. L’inferno è il gelo eterno e privo di vita di un’esistenza senza mai nemmeno un raggio del “Sole che sorge”; è il deserto totale del non amore, arsura infuocata, sete inestinguibile. E’ la tenebra, l’odio, la morte che dicono per sempre al condannato: “poiché tu hai scelto liberamente di vivere così in vita, ora vivi così per sempre: tu in noi e noi in te”.
Soffermiamoci ora sul significato storico di Geenna: è il luogo dell’uccisione sacrificale dei figli al dio pagano, luogo intollerabile ed abominevole per il Dio trinitario dell’amore e della vita, Lui che è triplice Relazione sussistente di figliolanza divina. Comprendiamo allora che ovunque sulla Terra avvenga una strage di figli, questo è per il cuore del Padre un luogo e un momento di indicibile strazio.
Ed è soprattutto il peccato della vita rifiutata e soppressa nel grembo a far gemere il cuore di Dio, amante e creatore della vita. Il grembo materno, infatti, permette a Colui che è “Signore e da’ la vita”, di dare la vita ad una moltitudine di figli. Quanto sconfinato sia il dolore che si rinnova nel cuore di Dio ad ogni decisione di abortire, lo possiamo intuire immaginando e amplificando all’infinito divino il dolore delle madri di Betlemme, mentre stringono al seno il corpo insanguinato ed esanime del loro bambino, strappato e ucciso dalla spada di Erode.
L’aborto è il peccato che “distrugge” il cuore filiale del Padre, lo strazia e lo “fa morire”, poiché “proprio nella carne di ogni uomo, Cristo continua a rivelarsi e ad entrare in comunione con noi, così che il rifiuto della vita dell’uomo, nelle sue diverse forme, è realmente rifiuto di Cristo” (Evangelium Vitae, n° 104). E Cristo è il Figlio unigenito del Padre.
Sì, la spada di Erode, mentre uccide il bambino nel grembo materno, trapassa anche l’anima del Padre celeste, contemporaneamente a quella di Maria, Madre della Vita. Lo fa intendere in maniera impressionante un passo del profeta Geremia: “Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato. Mi scoppia il cuore in petto, mi batte forte...Stolto è il mio popolo: non mi conosce, sono figli insipienti, senza intelligenza; sono esperti nel fare il male, ma non sanno compiere il bene. (…)Sento un grido come di donna nei dolori, un urlo come di donna al primo parto;..che spasima e tende le mani: “Guai a me! La mia vita soccombe di fronte agli assassini” (Ger 4,19.22.31).
Che l’aborto sia causa di una profonda sofferenza in Dio, come un’intima lacerazione delle sue “viscere materne”, lo fa intendere anche l’evangelista Giovanni, affermando che il Verbo Figlio unigenito “è nel seno del Padre” (Gv 1,18). Perciò ogni attentato alla vita umana nel grembo si ripercuote “nel seno del Padre”, nella stessa Fonte eterna che ha generato quella vita.
Veniamo più precisamente al messaggio del Vangelo di oggi. Tante volte ho letto e meditato queste drastiche parole di Gesù: “Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile..E se il tuo piede..E se il tuo occhio..” (Mc 9,43s).
Oggi le comprendo alla luce sinistra della RU 486, e le comprendo così: se la tua mano sta per prendere il bicchiere per deglutire le pastiglie mortali, gettalo via!; se il tuo piede sta per mettersi in cammino verso l’ospedale che ti fornirà il mezzo per uccidere tuo figlio, fermati!; se il tuo occhio dovrà poi verificare nel bagno l’omicidio del tuo bambino abortito, non sia mai! Perchè il fatto stesso di ingerire il veleno mortale della RU 486 ti separerebbe automaticamente dalla Vita, come un tralcio che si getta nel fuoco, e tu, con le due mani, con i due piedi e con i due occhi (cioè con tutta la tua persona), ti ritroveresti nella Geenna.
Sì, ma non pensare solo al fuoco dell’inferno nell’al di là, bensì anche alle conseguenze nell’al di qua: sarai da te stessa tagliata fuori dall’amore, tagliata fuori dalla vita, tagliata fuori dalla pace del cuore. Perciò: “E’ meglio per te entrare nella vita con una mano sola..con un piede solo..con un occhio solo anziché con due..nella Geenna”.
Cosa significano: una mano sola, un piede solo, un occhio solo? Significano l’aver accettato l’attuale momento difficile, questa situazione precaria, la rinuncia che in un primo momento ti ha fatto entrare nella tentazione di rifiutare la vita del bambino. Tutte cose reali, sacrifici concreti, disagi gravi, conseguenze dure e irreversibili. Ma l’alternativa è infinitamente più grande di ciò a cui si è rinunciato, è “entrare nella vita”. Cosa vuol dire?
Risponde Benedetto XVI: “La vita nel senso vero non la si ha in sé da soli, e neppure solo da sé: essa è una relazione. E la vita nella sua totalità è relazione con Colui che è la sorgente della vita. Se siamo in relazione con Colui che non muore, che è la Vita stessa e lo stesso Amore, allora siamo nella vita. Allora “viviamo” (Enciclica “Spe salvi”, n° 27).

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* Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E' diventato carmelitano nel 1987. E' stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.

Gianni Romolotti: il famoso pubblicitario folgorato dalla Regina della Pace


Dalle pagine de "Il Giornale" apprendiamo la notizia della prodigiosa conversione di Gianni Romolotti, pubblicitario di Milano rotto a tutte le esperienze religioso al punto da dichiararsi «agnostico e vigliaccone», convertito a Medjugorje dopo aver assistito ad alcuni evidenti segni della presenza di Maria. Buona lettura!

Ecco un estratto dell'articolo che potete leggere cliccando sul link sottostante

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=385951&START=0&2col=

[...] Erano circa le 18.40, l’ora in cui a partire dal 24 giugno 1981 la Madonna sarebbe cominciata ad apparire con frequenza mensile nel villaggio della Bosnia Erzegovina a sei ragazzi che all’epoca avevano tra i 10 e i 16 anni. «Grazia Viola si dimostrò di parola. Vidi qualcosa di straordinario. Guardavo il sole a occhio nudo, cosa normalmente impossibile a farsi. Tutti gli altri, eravamo in centinaia, lo stesso. E il sole prese a roteare, danzare, pulsare, assumendo varie colorazioni, prima azzurra, poi rossa, quindi rosa, e infine precipitò verso di me, tanto da costringermi a ripararmi istintivamente il volto con le mani. In pratica la stessa cosa che fu osservata alla Cova da Iria il 13 ottobre 1917 dalle migliaia di persone radunate intorno ai tre pastorelli di Fatima, incluso Avelino de Almeida, redattore capo di O Século, un quotidiano di Lisbona, che ne scrisse in prima pagina. Fu l’unica volta in cui non mi sentii costretto dal tempo e dallo spazio. Mi dissi: Gianni, la tua casa è qui. Mia moglie balbettò: “Mi sembra l’Apocalisse”».
L’indomani, alla stessa ora, Gianni Romolotti si mise in testa di voler documentare fotograficamente lo sbalorditivo fenomeno con la sua Olympus. «Un tentativo infantile», ammette adesso, «forse dovuto a una deformazione professionale: le immagini sono state la mia vita». Ma quello che accadde in camera oscura, al ritorno in Italia, lo lasciò senza fiato: «Un’inquadratura né verticale né orizzontale, mentre io ricordavo perfettamente d’aver puntato l’obiettivo perpendicolare al terreno, in direzione della canonica e della chiesa. Accanto alle cuspidi dei due campanili, una nuvola formava una silhouette di donna. Dal velo e dal manto si direbbe la Vergine. Ma io sono arcisicuro che quel giorno il cielo era terso, neanche una nube».
Da allora Romolotti tiene il negativo della foto in cassaforte e si dichiara «un fulminato». È convinto che la Regina della Pace di Medjugorje lo abbia guarito da un melanoma. [...]

Spagna: Aborto, è in arrivo la riforma

Preghiamo perchè questo diabolico progetto, già approvato, venga al più presto vanificato.

tratto da Il Giornale del 27 settembre 2009

Sarà la grande battaglia politica dell’autunno in Spagna fra il governo socialista di José Luis Zapatero da un lato, il Partido Popular, i vescovi, i movimenti pro vita dall’altro: il governo di Madrid ha infatti approvato ieri in ultima lettura il molto discusso disegno di legge di depenalizzazione dell’aborto, che ora passa al Parlamento.

I movimenti anti-abortisti hanno già convocato per il 17 ottobre a Madrid una manifestazione di protesta, che annunciano oceanica, con più di un milione di partecipanti. Il disegno di legge approvato dal governo Zapatero concede una libera scelta, di abortire o no, a ogni donna fino alla 14ª settimana di gravidanza. Questa facoltà è anche concessa alle minorenni fra i 16 e i 18 anni, senza che sia necessario il consenso, e neppure l’informazione dei genitori. Quest’ultima disposizione, la più contestata del progetto, ha suscitato reazioni critiche anche all’interno dello stesso partito socialista. Ma Zapatero l’ha mantenuta nel documento finale.

sabato 26 settembre 2009

Per salvarsi occorre retta fede e retta vita


Benedetto XVI lo ha affermato chiaramente nell’Angelus di domenica 13-9-2009:

“Lo afferma chiaramente san Giacomo nella seconda lettura della Messa di questa Domenica:
“Se non è seguita dalle opere, [la fede] in se stessa è morta” (Gc 2,17). A questo proposito, mi piace citare uno scritto di san Giovanni Crisostomo, uno dei grandi Padri della Chiesa, che il calendario liturgico ci invita oggi a ricordare. Proprio commentando il passo citato della Lettera di Giacomo egli scrive: “Uno può anche avere una retta fede nel Padre e nel Figlio, così come nello Spirito Santo, ma se non ha una retta vita, la sua fede non gli servirà per la salvezza. Quando dunque leggi nel Vangelo: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio» (Gv 17,3), non pensare che questo verso basti a salvarci: sono necessari una vita e un comportamento purissimi” (cit. in J.A. Cramer, Catenae graecorum Patrum in N.T., vol. VIII: In Epist. Cath. et Apoc., Oxford 1844).”

Puoi trovare l’intero testo cliccando sul sottostante link

http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2009/documents/hf_ben-xvi_ang_20090913_it.html

D. Tullio

A proposito di Zapatero... Il Papa in Brasile...



Il Papa in Brasile discorrendo della delicata situazione della famiglia nel mondo, non esita a parlare di "una situazione di assedio". Ecco alcuni punti salienti del suo discorso.

tratto da RadioVaticana.org

“Una situazione di assedio”: così, il Papa parla della condizione che vive la famiglia oggi nel discorso ai vescovi della Conferenza episcopale del Brasile, Nordeste 1-4, incontrati stamane in visita "ad Limina". Il servizio di Fausta Speranza:

“...a consciência difusa no mundo secularizado vive na incerteza...”
Sui temi della famiglia “la coscienza diffusa nel mondo secolarizzato vive nell’incertezza più profonda da quando le società occidentali hanno legalizzato il divorzio”. E’ quanto afferma il Papa ricordando che “crescono le unioni di fatto e i divorzi”. Benedetto XVI parla di “uno stato di fragilità in cui si consuma il dramma di tante creature private dell’appoggio del padre, vittime – dice – del disagio, dell’abbandono e dell’espandersi del disordine sociale”.

“...família alargada e móvel, que multiplica os «pais» e as «mães» e faz...”
Il Papa spiega concretamente che quella che definisce “la famiglia allargata e mobile" moltiplica i padri e le madri. E – aggiunge – “fa sì che la maggior parte dei bambini di queste famiglie si sentano orfani non perchè sono figli senza padri ma perchè sono figli con troppi padri”. Tutto ciò – afferma il Papa – genera “conflitti e confusioni interne”. Inoltre porta i bambini a maturare un’idea alterata di famiglia che per la sua precarietà può in qualche modo essere assimilata alla convivenza. A proposito di convivenza il Papa spiega che nasce da un sentimento di “individuale soggettività” e che porta con sè “premesse di fragilità e di incostanza”. Benedetto XVI afferma che le persone vengono “illuse e sedotte da stili di vita frutto del relativismo”.

“Com toda a compreensão que a Igreja possa sentir face...”
E ai vescovi del Brasile spiega che “con tutta la comprensione che si possa provare per certe situazioni” devono ricordare che “coppie di seconda unione non saranno mai come coppie di prima unione” e che “le seconde unioni vivono una situazione irregolare e pericolosa che è necessario risolvere nella fedeltà a Cristo e con l’aiuto di un sacerdote per mettere in salvo quanti sono coinvolti”.

Le figlie di Zapatero con babbo, mamma e i coniugi Obama.



Una foto che in breve ha fatto il giro del mondo è quella che immortala le due figlie adolescenti di Zapatero con i coniugi Obama...
Madrid ha chiesto alla Casa Bianca di farle sparire dal sito per questioni di privacy.
Su facebook nel frattempo si sono già creati dei gruppi in onore delle pargolette, come quello chiamato "le figlie gotiche di Zapatero" (Gruppo Las hijas góticas de Zapatero).
In effetti anch'io sono rimasto scosso...
Che le figlie di un anticristo come Zapatero avessero preso qualcosa dal padre ci poteva anche stare, ma la realtà spesso travalica la fantasia, e così dalla foto ecco spuntare due ragazze infagottate di nero con monili e accessori dark, con anfibioni in perfetto stile gothic in posa da Hell Fest (mancava che facessero il gesto delle corna), come appena uscite da un sabba nero.
Tale padre, tali figlie?

mercoledì 23 settembre 2009

Chiara Amirante: " Quante calunnie contro Medjugorje"



fonte Pontifex.roma.it
di Bruno Volpe

“ Mi dispiace dirlo, ma sul conto di Medjugorje spesso si sentono raccontare cose inesatte e cattive”: lo afferma Chiara Amirante, carismatica fondatrice e presidentessa della benemerita Comunità Nuovi Orizzonti che si distingue per le opere di misericordia e di solidarietà sociale.

Aggiunge Amirante: “ per esempio, sul conto di frate Tomislav ho letto sui giornali cose inesatte e talvolta tendenziose. Ora io non intendo giustificarlo e se ha sbagliato è giusto che paghi. Ma penso che tanti abbiano voluto strumentalizzare a proprio vantaggio e danno di Medjugorje il presunto scivolone del religioso. Lui non è stato mai,dico mai,padre spirituale dei veggenti eppure così è stato riportato. Riconosco che sin dal passato vi erano situazioni che preoccupavano,ma reputo assurda e poco etica la strumentalizzazione”.

Poi parla delle relazioni tra Giovanni Paolo II e Medjugorje: “ lo so per certo ... che se non fosse stato Papa lui ci sarebbe andato volentieri e stimava Medjugorje. Su quelle apparizioni, occorre smentire un altro logoro luogo comune, la Chiesa non ha detto di no,ma aspetta con giusta prudenza che le apparizioni cessino per dare una valutazione. In sostanza ha prudentemente sospeso ogni giudizio,ma non le ha bocciate”.

Un Vescovo esorcista tempo fa parlò, con troppa faciloneria, di inganno satanico,prontamente smentito da don Amorth: “ io non voglio polemizzare con lui. Ma se Medjugorje fosse una trappola di Satana, mi spiegate come mai avvengono tante conversioni, si celebrano e amministrano tanti sacramenti e i fedeli vi accorrono numerosi?. Satana cerca di fare esattamente il contrario, cioè di allontanare l’uomo da Dio e a Medjugorje succede l’opposto. Dovremmo ricavare che il Demonio si fa autogol,ma poiché Satana è furbo, mi sembra un colossale errore”.
Poi aggiunge: “ a Medjugorje assistiamo a veri,autentici,sinceri cambiamenti di vita, guarigioni del fisico ma ancor più dell’animo che sono le più importanti, molteplici grazie. Questo scenario non è sicuramente un parto di fantasia o un tocco satanico,ma realtà”.

Da Medjugorje, a Maria in generale, chi è la Madonna?: “ la Madonna è colei che ci porta con fiducia al Figlio e in lei occorre avere filiale fiducia, credere in lei. Sa darci la giusta serenità,ma anche noi dobbiamo contribuire affidandoci a lei, al suo cuore di madre. Oggi l’uomo,per orgoglio,soffre di un pericoloso delirio di onnipotenza, crede e si illude di poter espellere Dio e Sua Madre dalla vita di ogni giorno, si illude di essere autosufficiente e sbaglia, si condanna alla infelicità. La Madonna invece ci si presenta come madre e una madre non delude mai, sa infondere calma e serenità anche nei momenti più bui e tristi.. Proprio l’orgoglio e la credenza di voler spiegare e giustificare tutto,porta qualcuno a bollare come cose inesatte le apparizioni di Medjugorje”.

Lei è presidente di una comunità che si occupa anche di solidarietà. Che cosa pensa del fenomeno immigrazione e dei respingimenti?: “ sbagliato vedere questi nostri fratelli come nemici e pericolo. Nessuna barriera di tipo razzista o xenofobo li può fermare, si tratta di una situazione irreversibile e credo che vadano aiutati,accolti e degnati di amore e di solidarietà”.

lunedì 21 settembre 2009

Eutanasia? Ecco perchè quando ne sento parlare penso al terzo reich.



Si chiamava action T4, questo era il nome in codice del folle progetto di Hitler finalizzato allo sterminio sistematico dei disabili e di tutti coloro che il reich non esitava a chiamare "vite inutili ed indegne di essere vissute".
Nel seguente filmato intitolato "La Croce e la Svastica" andato in onda su Rai 3 per il ciclo "La Grande Storia" potete rivedere alcuni interessanti documenti per riflettere sui recenti casi di eutanasia.






Di seguito un altro estratto da "La Croce e la Svastica" utile per riflettere sull'assurdità dell'eutanasia e smentire le falsità circolanti in certi ambienti pseudo-ateisti circa la cattolicità di Hitler. Buona visione!



La soppressione dei crocefissi dalle aule? Corsi e ricorsi...


Una liturgia blasfema, folle, voleva esaltare il fuhrer come un novello Dio da adorare.
Nel filmato di rai 3 intitolato "La croce e la svastica" per il ciclo "La Grande Storia" alcuni documenti inediti mettono in luce particolari inquietanti.
Un filmato da rivedere e rileggere alla luce delle recenti notizie in merito alla soppressione dei crocefissi dalle aule scolastiche e dei tribunali.
Che l'ateismo voglia imporre un nuovo regime?



domenica 20 settembre 2009

Messaggi subliminali: Black Eyes Peas e The Gossip

Al di fuori del panorama Disney segnalo altri due gruppi particolarmente passati dalle radio ed in testa alle classifiche di tutto il mondo con i loro brani orecchiabili. Parlo dei Black Eyed Peas e dei The Gossip. Anche qui dobbiamo fare i conti con inequivocabili messaggi nascosti...
Ecco il prezzo del successo!








Messaggi subliminali: Altri cantanti Disney - Demi Lovato e i Jonas Brothers

La signorina Miley Cyrus non è la sola in casa Disney ad inserire nelle tracce delle sue canzoni messaggi nascosti. Sentite Demi Lovato e i Jonas Brothers cosa vogliono comunicare ai nostri giovani...






Messaggi subliminali: Miley Cyrus

Insospettito dall'inspiegabile successo di starlette lanciate da Disney Channel qualche giorno fa ho deciso di ascoltare qualche canzoncina al contrario...Ed indovinate un pochino?
Ebbene si, ho trovato numerosi messaggi nascosti.

Considerate che queste cantanti/attrici/soubrette sono tra le più seguite nel mondo, con un seguito di migliaia di piccole fan...

I messaggi naturalmente, in piena linea con le direttive della Massoneria sono di tipo sessuale/satanista.
Appare evidente che sia stato lanciato un vero e proprio attacco mirato a distruggere la nostra gioventù.
Non ci credete? Non vi rimane che ascoltare...

Iniziamo con la giovanissima Miley Cyrus

















venerdì 18 settembre 2009

Alla scoperta della potente lobby che dice di non esserci


L'omosessualismo avanza silenziosamente grazie al politicamente corretto dilagante, ai finanziamenti colossali delle corporations e a appoggi insospettabili...

di Luigi Mascheroni
IL FOGLIO 7 settembre 2009

Come il peggiore dei luoghi comuni, si rafforza negandolo. Più i gay ripetono «non siamo un potere forte, né occulto», più il mondo etero si convince che «sono una lobby potentissima».
Quando Benedetto XVI, parlando ai nunzi apostolici dell’America Latina nel febbraio 2007, ribadì il ruolo centrale del matrimonio nella società contemporanea, «che è l’unione stabile e fedele tra un uomo e una donna», lamentando come la famiglia «mostra segni di cedimento sotto la pressione di lobby capaci di incidere sui processi legislativi», l’universo gay, sentendosi chiamato in causa, rispose sdegnato che la vera lobby, semmai, era quella vaticana... Ma l’opinione pubblica ebbe confermato, ex cathedra, un sospetto magari tendenzioso ma radicato.
In Italia, per ben note questioni storiche, il «potere» dei gruppi omosessuali è ancora sotto traccia. Ma nel resto del mondo occidentale, soprattutto nei Paesi anglosassoni dove i termini gay e lobby non hanno alcuna connotazione negativa, l’omosessualità, oltre che una ragione di orgoglio, pride, è anche una questione di potere, power.

E se recentemente è stato lo stesso presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, a fare i conti con il peso politico della comunità gay (in occasione del referendum sul matrimonio omosessuale nello stato della California è stato aspramente criticato per le sue affermazioni sul matrimonio come «un’unione sacra, benedetta da Dio, tra un uomo e una donna»), è soprattutto nel mondo degli affari e dell’economia che le quotazioni della «gay corporation» sono in costante aumento: una dettagliata inchiesta pubblicata su Corriere Economia nel marzo 2008 metteva in evidenza la straordinaria capacità da parte dei gay di «fare rete». E sottolineava come, mentre aveva fatto discutere la decisione della banca d’affari Lehman Brothers di dedicare una giornata di selezione a Hong Kong solo per gli omosessuali per accaparrarsi i talenti migliori, per tante società americane la cosa non presentava nulla di speciale. Negli Usa esiste un’associazione, Out&Equal, con sede a San Francisco – capitale storica della liberazione (omo)sessuale – che promuove il diritto all’uguaglianza degli omosessuali nei luoghi di lavoro. E in tutte le grandi banche, in Ibm, in Johnson&Johnson, esistono gruppi organizzati di «Glbt», l’acronimo utilizzato per riferirsi a gay, lesbiche, bisessuali e transgender. Ed è attraverso organizzazioni come queste che la comunità omosessuale «fa network», cioè lobby.

Una lobby potente e ricca. Anzi, secondo un dossier del 2006 della rivista Tempi, ricchissima: la lobby omosessuale internazionale, che ha le sue roccaforti a New York, Washington, San Francisco e Bruxelles, è sempre più influente. Riceve finanziamenti sia dalle grandi corporation americane, sia dai governi e dalle istituzioni internazionali, spesso sotto forma di donazioni a Ong o fondi per la lotta all’Aids. Uno tra i più influenti gruppi che appoggiano le battaglie per i diritti delle comunità gay e bisessuali negli Usa come in America Latina e in Europa è quello dei «Catholics for a Free Choice», un’organizzazione che assieme all’«International Lesbian and Gay Association» (presente in 90 Paesi con oltre 400 organizzazioni affiliate) lavora a Bruxelles per far pressione sui legislatori affinché agiscano contro gli Stati che non riconoscono le unioni omosessuali.

Giusto per capirne la potenza economica, il gruppo «Catholics for a Free Choice» dispone di un budget annuale di 900mila dollari ed è finanziata da molti «poteri forti», tra cui la Playboy Foundation, la MacArthur Foundation, l’Open Society Institute del finanziere George Soros e la Rockefeller Foundation. Le medesime fondazioni, poi, con l’aggiunta di colossi dell’industria mondiale – dalla Kodak all’American Airlines, da Apple alla Toyota – finanziano per decine di migliaia di dollari la più importante organizzazione gay con sede a Washington: la «Human Rights Campaign». E solo per citare un altro colosso, la Sony è tra i fondatori di «Mtv Gay Channel» e sponsorizza gli attivisti pro-nozze gay e pro-aborto della «Rock for Choice» che coinvolge numerose star della musica, dai Red Hot Chili Peppers a Tracy Chapman.

Come fanno notare molti intellettuali, la potenza politico-economica dei gruppi gay è tale da influenzare l’intero ambito sociale, arrivando a imporre le regole del «politicamente corretto». Esempi? La riforma del diritto di famiglia voluta da Zapatero in Spagna per introdurre il matrimonio tra omosessuali ha cancellato dal codice civile i termini «marito» e «moglie» (sostituiti da «coniuge») e «padre» e «madre» (sostituiti da «genitore»); la Bbc ha diramato una circolare interna in cui bandisce i termini «padre» e «madre»; il ministero della Pubblica istruzione inglese suggerisce agli insegnanti di redarguire i bambini che si riferiscano ai propri genitori chiamandoli «mamma» o «papà» perché ciò farebbe sentire discriminati i bambini cresciuti da coppie omosessuali... E qualche mese fa, a una domanda della giuria di Miss America sulle unioni gay, Carrie Prejean, rispondendo che «nella mia nazione ideale il matrimonio è tra un uomo e una donna», si è giocata il titolo.

E se sulla strada del politicamente corretto anche l’Italia sta facendo passi da gigante, su quella del potere-gay, invece, il nostro Paese – cattolico per fede, omofobo per cultura e moralista per tradizione - è sicuramente un passo indietro rispetto agli Usa e al resto d’Europa. Asher Colombo, sociologo dell’Università di Bologna che con il collega Marzio Barbagli è autore del saggio Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia (uscito per il Mulino nel 2007), è chiarissimo: «Se per lobby si intende un vero gruppo organizzato che opera all’interno dei palazzi del potere per influenzare decisione politiche o economiche, allora in Italia il concetto di lobby gay non ha senso. Associazioni anche importanti come Arcigay o Arcilesbiche sono più simili a movimenti sociali che a vere forme organizzate come ad esempio la lobby degli industriali... Però è indubbio che ci sono singole persone di orientamento omosessuale molto influenti nelle arti, nella politica, nello spettacolo. La moda e la televisione, ad esempio, sono settori dove l’omosessualità è una caratteristica meno discriminante che in altri campi e dove è più facile fare coming out. E ciò modifica la percezione dell’opinione pubblica che confonde la minor discriminazione all’ingresso con il fare lobbying...».

Moda e televisione: proprio i due regni dove il luogo comune del potere gay si rafforza negandolo. Quando poco prima dell’estate il direttore di Vogue Italia Franca Sozzani, intervistata da Klaus Davi, liquidò la lobby omosessuale nel mondo della moda come un «mito», tutti – ricordandosi l’indiscrezione di quel dirigente di Dolce&Gabbana secondo il quale «noi assumiamo solo gay» – hanno inteso esattamente il contrario. Così come non c’è addetto ai lavori del mondo editorial-giornalistico che non ricordi – due anni fa – la processione di star della politica e della cultura che sfilò al teatro Manzoni di Milano quando Alfonso Signorini presentò in pompa magna il suo libro sulla Callas. Un parterre che neppure Eco, o Cacciari, o Baricco, o Camilleri – anche tutti insieme – potrebbero mai sognare.

Intanto, anche da noi, sull’onda mediatica del successo di film e serial tv politicamente molto corretti e culturalmente molto queer, c’è chi sta pensando di fondare un partito «altro». All’ultimo Gay Pride, a Genova lo scorso giugno, il presidente di Arcigay Aurelio Mancuso ha ribadito la necessità per i gay di «entrare in politica». Sfilando in piazza per andare ben oltre il semplice concetto di lobby.

In gara per sopprimere la maternità: Spagna ed Inghilterra



di Giuliano Guzzo
tratto da Il Mascellaro.it

Lo aveva detto, quel volpone di Murphy: se esiste anche una sola possibilità che un certo numero di cose vada male, ad andare male è sicuramente quella destinata a provocare il danno peggiore.

In Spagna, dove dal 2004 a regnare è il mariuolo Zapatero e le cose che vanno male cominciano ad esser troppe, sono alle prese con una strage senza fine: negli ultimi 10 anni gli aborti procurati sono cresciuti del 126%, e oggi ce n’è uno ogni 4,7 minuti. E siccome nessuno se la sente di raccomandare una vita sessuale più ordinata – sarebbe contro la giostra esistenziale del socialismo, non scherziamo – i governanti ispanici corrono, dicono loro, ai ripari: entro fine mese, in tutte le farmacie iberiche, la pillola del giorno dopo sarà disponibile a chiunque, minorenni inclusi, la richiedesse. E bando alla ricetta, ovviamente. Poco importa che indagini britanniche e francesi sconfessino in toto la bubbola della correlazione tra diffusione di pillola del giorno dopo e diminuzione degli aborti, il ministro della Sanità Trinidad Jimenez non vuole sentir ragioni. E’ strasicuro, come gli stupidi planetari di cui rideva Russell.

Invece noi, che di certe certezze, tanto più se socialiste, abbiamo imparato a diffidare, abbiamo l’obbligo di interrogarci su una menzogna oramai luogo comune, vale a dire quella di considerare la pillola del giorno dopo un semplice farmaco. Badate che si tratta di una bugia coi fiocchi, che oggi trova cantori di prim’ordine, Umberto Veronesi in primis. E che ha convinto pure quei cervelloni del British Medical Journal, bibbia settimanale per chi fa medicina, che, in un’edizione dello scorso dicembre, pur di suffragare la tesi farmaceutica della pillola del giorno dopo, sono arrivati a definire la gravidanza – udite udite - "malattia dello stile di vita". E’ questa, ahinoi, l’illuminata sapienza a cui approdano le menti inglesi di cui solo ieri commentavamo le prodezze. Ma gli spagnoli, a questo primato britannico, proprio non ci stanno. E competono anche loro, coltello fra i denti, per lo scettro della stupidità. Il tutto, si capisce, sulla pelle di mamme e bambini.

martedì 8 settembre 2009

Il film "Segnali dal futuro" e quella strana serie di articoli sugli ufo...


"Segnali da futuro" di cui abbiamo parlato nel precedente post, esce al cinema (in Italia) il giorno 04/09.
- E guarda la coincidenza, il 4 settembre Repubblica, La Stampa e il Gazzettino e tanti altri quotidiani parlano della first lady giapponese "rapita dagli alieni".
- Il giorno seguente al lancio del film si "celebra" il festival ufo di Exeter.
- Su google appare uno strano logo in cui la O della scritta GOOGLE viene rapita da un disco volante.

E si moltiplicano gli articoli sugli avvistamenti. Senza contare che in maniera molto strana già a partire dal mese di agosto (e google news può testimoniarlo) sono decine e decine gli articoli su avvistamenti vari ed eventuali...

Sembra che abbiano fatto una bella pubblicità al film. Si ma perchè?


lunedì 7 settembre 2009

Segnali dal futuro: un film che sposa la teoria raeliana



Knowing, tradotto misteriosamente in italiano Segnali dal futuro, è il disaster movie del momento in attesa di 2012. La regia è di Alex Proyas, già famoso per il fanta-thriller Dark City.

Informo coloro che non hanno visto il film "Segnali dal futuro" che questo post può essere considerato come uno SPOILER perchè necessariamente dovrò rivelarne alcuni particolari, pertanto se avete intenzione di guardarlo, vi conviene ritornare a leggerlo dopo la visione.
L'impressione che ho avuto guardando il film è di essere davanti ad un costosissimo documentario finanziato e scritto da qualche raeliano.
Si, avete capito bene. Solo uno sprovveduto potrebbe non accorgersi degli espliciti riferimenti ad una teoria qual'è quella diffusa dalla famosa setta.
- Vada per il riferimento all'Intelligent Design che percorre tutto il film.
- Ad un certo punto si vede un disegno con una scena ispirata ad un brano di Ezechiele che parla di carri di fuoco...Neanche a dirlo, è un cavallo di battaglia degli ufofanatici. Fa parte della bizzarra rilettura di alcuni passi biblici alla luce delle più strampalate teorie ufologiche.
- E gli alieni sotto quale forma di rivelano alla fine? Appaiono come esseri di luce filiforme come spesso vengono raffigurati, ma, e questo non sfugge ad un occhio attento, facendo attenzione si notano chiaramente delle ali di luce sfumata. Dunque apparirebbero come una sorta di angeli...Angeli alieni? Anche questa è una teoria ricorrente nel mondo dell'ufologia.
- Alla fine del film gli alieni rapiscono i due bambini per dar vita ad una nuova creazione, il riferimento ai cieli nuovi biblici è palese, ma...mentre i due piccoli protagonisti scorrazzano in un prato biondeggiante e nel cielo splendono le navicelle aliene, all'orizzonte si staglia un enorme albero. Anche qui il riferimento all'Eden è chiarissimo.
Il messaggio che si evince dal film è dunque il seguente: i creatori del genere umano sono gli intelligentissimi alieni.

E questa teoria chi la sostiene a livello mondiale?
Gli ufologi più fanatici e centinaia di sette ufologiche, prima tra tutte quella dei Raeliani. Chi sono questi ultimi? Una setta che potremmo definire di neo-hippy disinibiti amanti degli ufo.
Se non li conoscete vi consiglio di leggere qualche informazione dal sito del Cesnur o su quello dei centri GRIS. Per la cronaca, lo strano simbolo in cima a questo post è per l'esattezza il loro emblema. Guardatelo attentamente, non notate nulla di strano? Lo trovo non poco inquietante...Una stella di giuda unita ad una svastica non rimanda a momenti felici della storia dell'umanità...
E se pensate che i raeliani siano pochi fanatici, vi sbagliate. I seguaci sono migliaia in tutto il mondo. Vi segnalo anche degli interessanti video su youtube in merito alla setta di matrice ufologica.




domenica 6 settembre 2009

Gran Bretagna: eutanasia su larga scala. Centinaia di malati sedati e lasciati morire di fame!



A quanto pare il vizietto di far morire di fame i malati (vedi caso Englaro) non è una caratteristica prettamente italiana, in Gran Bretagna alcuni ospedali avrebbero abbandonato alla terribile morte molti malati privati di acqua, cibo ed in compenso imbottiti di sedati in attesa della fine.
Un abominio? Sicuro! Ma i medici avrebbero seguito le direttive del sistema sanitario nazionale, appellandosi al Liverpool Care Pathway (Lcp) studiato appositamente per "alleviare le sofferenze del malato"...Alla faccia del bicarbonato di sodio direbbe Totò!
Se questo non è diabolico...


tratto da Avvenire
04-09-2009.
da Londra, Elisabetta Del Soldato.

Un gruppo di medici britannici, specializzati in cure palliative, ha denunciato qualche giorno fa una serie di autentici attentati contro la vita e contro la deontologia professionale che sarebbe stati perpretati da alcuni ospedali in Gran Bretagna. Secondo i medici, i malati in fin di vita sarebbero stati abbandonati a se stessi fino a morire di fame. Secondo gli esperti i pazienti, in alcuni casi erroneamente dichiarati in gravissime condizioni, sarebbero privati di acqua e cibo e sedati in attesa della fine.

Gli ospedali in questione seguirebbero alcune direttive introdotte dal sistema sanitario nazionale, (Nhs) secondo le quali ai malati terminali è possibile togliere idratazione e medicine, per poi lasciarli sotto sedativi fino alla morte. Il problema, hanno scritto i medici al quotidiano inglese The Daily Telegraph , è che «queste particolari terapie possono mascherare eventuali segni di un miglioramento». Il sistema si chiama Liverpool Care Pathway (Lcp), ed è stato studiato, ha dichiarato ieri un portavoce della Sanità, «per alleviare le sofferenze del malato terminale».
Nel 2004 il modello è stato raccomandato dal National Institute for Health and Clinical Exellence (Nice) e oggi viene adottato in oltre 300 ospedali, 130 ospizi e 560 case di riposo. I medici che hanno lanciato l’allarme, tra cui il professor Peter Millard della University of London e il dottor Peter Hargreaves, primario di medicina palliativa al St Luke’s cancer centre di Guildford, parlano di «crisi nazionale» nella cura dei pazienti e sottolineano la gravità di diagnosi potenzialmente scorrette.
«Prevedere la morte – scrivono nella missiva al Telegraph – non è scienza esatta. I pazienti vengono diagnosticati in fin di vita senza prendere in considerazione che la diagnosi potrebbe essere sbagliata». Il risultato di queste direttive, continuano, «è che provocano un disagio nazionale perché le famiglie vedono negate le cure ai loro cari». L’avvertimento dei medici giunge una settimana dopo la pubblicazione di un rapporto della Patients Association secondo il quale più di un milione di pazienti ha ricevuto «cure scarse e in alcuni casi crudeli da parte del sistema sanitario nazionale».
Attualmente in Gran Bretagna un paziente viene diagnosticato 'in fin di vita' da un team medico, dopo che gli specialisti ne hanno constatato alcuni sintomi, tra cui la perdita di conoscenza o l’impossibilità di ingerire farmaci. «Il metodo avrebbe lo scopo di far morire le persone dignitosamente, ma rischia di diventare una profezia che si auto alimenta», sostiene il dottor Hargreaves, che lavora nel settore delle cure palliative da oltre vent’anni.
«I pazienti che vengono privati di idratazione diventano confusi e possono essere inseriti erroneamente in questo 'sentiero della morte'. Capisco che le direttive vogliano evitare che le persone malate siano curate in maniera accanita, ma in alcuni casi i medici se ne lavano praticamente le mani. Mi è capitato più di una volta – conclude il medico – di lavorare con pazienti che erano stati diagnosticati in fin di vita e che, ricevendo le giuste attenzioni, hanno continuato a vivere decentemente per molto tempo. Spesso purtroppo alcuni medici non controllano abbastanza il progresso dei loro pazienti per vedere se questi hanno riportato un qualche miglioramento».
Secondo uno studio pubblicato recentemente dalla Barts and the London School of Medicine and Dentistry, nel 2007 e nel 2008 il 16,5 per cento delle morti nel Regno Unito è stato causato da forti e costanti dosi di sedativi, il doppio di quelle utilizzate in Belgio e in Olanda.

La miracolosa immagine della Madonna di Coromoto




I particolari della piccolissima immagine miracolosa della Madonna di Coromoto sono stati analizzati al microscopio. I risultati hanno dell'incredibile...
Invito gli amici uaariani a mandare in loco qualche loro luminare per studiare come potrebbe la mano di un uomo dipingere su l'immagine di una madonna con bambino di 2,5 cm di altezza per 2 di larghezza un bulbo oculare, un dotto lacrimale, un iride con tanto di punto luce. Ehm...l'occhio è di 2 micron. Ah...dimenticavo, non si potevano avvalere della tecnologia laser perchè la vicenda è ambientata nel 1652.
Buona lettura!

di Nieves San Martín

CARACAS, venerdì, 4 settembre 2009 (ZENIT.org).- Nel corso di una conferenza stampa svoltasi questo giovedì nella sede della Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV) in occasione del restauro dell'immagine di Nostra Signora di Coromoto, patrona del Venezuela, sono state presentate nuove scoperte relative all'immagine, collegata alla prima evangelizzazione di questa terra.

Secondo la tradizione, ha reso noto la CEV in una nota inviata a ZENIT, tra la fine del 1651 e l'inizio del 1652 una Bella Signora apparve al capo della tribù Coromoto e a sua moglie dicendo loro: “Andate a casa dei bianchi, perché vi mettano dell'acqua in testa per poter andare in cielo”.

Dopo aver fatto quello che la Signora chiedeva, gli indios uscirono dalla foresta e ricevettero gli insegnamenti del Vangelo. Molti vennero battezzati.

Il capo, tuttavia, sentendo di aver perso la libertà, decise di fuggire nuovamente nella foresta. All'alba dell'8 settembre 1652, la Bella Signora apparve di nuovo a lui, alla moglie, alla cognata Isabel e al figlio di questa. Vedendola, il capo le chiese di lasciarlo in pace, dicendo che non le avrebbe più obbedito. Si alzò per prendere l'arco e uccidere la Signora, ma lei gli si avvicinò per abbracciarlo, e l'arco gli cadde di mano. L'uomo decise di prendere la Signora per un braccio per farla uscire dalla sua capanna, ma in quel momento avvenne il miracolo: la Bella Signora scomparve, lasciando in mano al capo una sua piccola immagine.

Da quel momento è iniziata una grande storia di favori e miracoli, devozione e rinnovamento della fede in quella terra ad opera di Nostra Signora di Coromoto, fino a che, nel 1942, è stata dichiarata patrona del Venezuela.

La piccola immagine è alta 2,5 cm e larga 2, e nei 357 anni trascorsi dalla sua apparizione è stata esposta a vari fattori che ne hanno provocato il deterioramento.

Per questo motivo, i membri della Fondazione María Camino a Jesús (Maria Via per Gesù), con sede a Maracaibo, dal 2002 hanno avviato una campagna per riparare i danni a gran parte dell'immagine della Madonna con il Bambino Gesù. La Fondazione si è incaricata, insieme a monsignor José Manuel Brito, rettore del Santuario Nazionale della Madonna di Coromoto, di promuovere il progetto e contattare il gruppo di esperti che vi partecipa, così come di ottenere i mezzi economici per realizzare l'opera.

All'inizio di quest'anno, il Vescovo di Guanare, José Sotero Valero Ruz, ha presentato il progetto alla Conferenza Episcopale Venezuelana, che dopo aver ottenuto varie diagnosi sullo stato della reliquia ha concesso il permesso di procedere al restauro.

Dal 9 al 15 marzo scorsi, in un laboratorio istituito a questo scopo nella casa La Bella Signora, nelle immediate vicinanze del Santuario Nazionale di Nostra Signora di Coromoto, l'équipe di lavoro composta dai restauratori Pablo Enrique González e Nancy Jiménez, accompagnati da José Luis Matheus, direttore della Fondazione Zuliana, e da monsignor José Manuel Brito come custodi del processo, ha iniziato i lavori, che hanno portato a scoperte inattese.

Nel corso del processo di restauro sono stati infatti individuati elementi fino ad allora sconosciuti. Il primo aspetto che ha richiamato l'attenzione è stato il fatto che, una volta analizzate le acque impiegate nel trattamento, il pH è risultato inspiegabilmente neutro.

E' stata poi individuata la presenza di vari simboli, che secondo studi dell'antropologo Nemesio Montiel sono di origine indigena.

Con l'osservazione al microscopio si è riusciti ad identificare negli occhi della Madonna, di meno di un millimetro (circa 2 micron), la presenza dell'iride, fatto particolarmente sconcertante se si pensa che gli occhi dell'immagine erano semplicemente dei punti.

Approfondendo lo studio dell'occhio sinistro della Madonna, si è individuato un occhio con le caratteristiche dell'occhio umano; si distinguono chiaramente il bulbo oculare, il condotto lacrimale, l'iride e in essa un piccolo punto di luce.

Ingrandendo il punto luminoso, si è potuto osservare che questo sembra formare l'immagine di una figura umana con caratteristiche molto specifiche.

Le corone della Madonna e del Bambino sono tipicamente indigene.

“Il restauro della Sacra Immagine della Patrona della nostra Patria rappresenta un vera pietra miliare, perché è la prima volta che la venerata immagine viene sottoposta a un processo come questo, e senz'altro contribuirà alla fiducia e al rinnovamento della fede di tutti i venezuelani”, afferma la CEV nella nota.

“Al di là dell'essere l'espressione del risultato dello sforzo di un'équipe multidisciplinare, è un appello a volgere la nostra vita a Dio e a vivere l'invito che la Madonna ha fatto ai nostri antenati quando li ha invitati a riconciliarsi e a unirsi come veri fratelli in Dio, nonostante la cultura spagnola e quella indigena avessero visioni e interessi diametralmente opposti. E' un appello alla fraternità e all'accettazione dell'altro; è un segno di speranza, di gioia e di fede. E' la prova che malgrado le difficoltà, se ci uniamo come veri fratelli, è possibile raggiungere risultati che portino al benessere per tutti”, conclude il testo.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

venerdì 4 settembre 2009

Quel che si dovrebbe fare ogni giorno



tratto dal libro Gesu sorgente di vita: insegnamenti, testimoninza, conversioni, guarigioni.
di padre Petar Ljubicic ofm


L'abate chiese unas era ad un suo confratello: "Cosa hai fatto oggi?".

Questi sospirò e gli rispose:

"Oh, ogni giorno ho tanto lavoro da fare che, senza l'aiuto di Dio, non riuscirei a finirlo!
Oggi ho addestrato due falconi perchè non mi sfuggano via, ma obbediscano ai miei comandi. Ho anche tenuto a bada un branco di maiali, per evitare che nessuno di loro sprofondasse nella melma della palude. Inoltre ho sorvegliato un serpente velenoso affinchè rimanesse sempre nella sua tana e quindi non mordesse nessuno. Ho pure spinto l'asino per far girare più in fretta la ruota del mulino; e sopratutto, ho legato per bene un leone, che chissà quando e dove avrebbe potuto azzannare qualcuno..."

Pieno di stupore, quell'abate lo interruppe: "Ma di quali animali parli mai? Simili 'bestie', non le abbiamo mai avute nel nostro convento!

Quel confratello rispose: "Purtroppo noi le abbiamo veramente nel convento! i due 'falchi' sono i miei occhi, che io devo continuamente sorvegliare, perchè non guardino cose cattive o peccaminose, e neanche solo qualcosa che non sia buona.
I 'maiali' sono i miei pensieri, che corrono sempre il rischio di rotolarsi dentro il fango delle tentazioni carnali.
Il 'serpente' è la lingua, che vuole spesso uscire dalla bocca per pungere, in modo cattivo, gli altri.
L' 'asino' è la mia pigrizia ed il 'leone', infine, è la mia tendenza all'ira, che io devo sempre tener ben legata!"